Benedizione 'Urbi et Orbi' di Papa Francesco (foto LaPresse)

Tra virgolette

L'American Spectator all'attacco del Papa: "E' un autocrate"

Redazione

Pesante attacco del mensile statunitense al Pontefice dopo le vicende che hanno interessato l'Ordine di Malta: "Sta cancellando i suoi avversari"

“Sotto Papa Francesco, la nuova ortodossia è eterodossia e guai a coloro che non si conformano ad essa”, scrive George Neumayr sul mensile American Spectator. Le analisi del periodico statunitense ruotano attorno alla vicenda delle dimissioni di Matthew Festing, Gran Maestro dell'Ordine di Malta, richieste del Pontefice il 25 gennaio scorso. Il caso era scoppiato un mese prima con il licenziamento, ad opera di Festing, del Gran Cancelliere tedesco Albrecht Freiherr von Boeselager, reo di non avere impedito la distribuzione di preservativi per le prostitute e gli operatori umanitari nei presìdi dell'Ordine in Myanmar.

 

“L'essenza della storia è complicata”, scrive lo Spectator: “il Cancelliere aveva amici progressisti tra i ranghi elevati in Vaticano, che sono scesi in picchiata per reintegrarlo. Il risultato è che il conservatore che ha licenziato il liberal se n’è dovuto andare (costretto da Francesco)”; von Boeselager “è stato reinsediato nella sua precedente posizione come Gran Cancelliere”, mentre “l'ordine, una volta sovrano, è ora sotto il controllo del Papa”.

Secondo il mensile, il docente e giornalista “Christopher Lamb, di fatto uno stenografo dei prelati eterodossi che ora gestiscono la Chiesa, riassume la controversia come un rimprovero papale ai tradizionalisti nell'ordine, un affronto al cardinale Raymond Burke (conservatore statunitense trasferito dalla Segnatura Apostolica all'incarico onorario di patrono del Sovrano Ordine Militare di Malta), e una vittoria per i progressisti tedeschi”, tra cui “il cardinale di Monaco Reinhard Marx, che è stato schietto nella sua opposizione agli insegnamenti morali della Chiesa”.

 

Ancora una volta, le priorità del papa sono state rivelate”, sostiene il giornale statunitense. “Innumerevoli organizzazioni cattoliche, scuole e ordini, a partire dai gesuiti di Francesco, promuovono l'eresia e lo scandalo. Eppure il Pontefice non ha mai alzato un dito contro di loro. Al contrario, ricevono le sue lodi. Solo i conservatori ricadono sotto lo sguardo fulminante” del Vicario di Cristo. “Papa Francesco ha approvato l'uso del preservativo (per fermare il virus Zika) e detto ai cattolici di non riprodursi ‘come conigli’. Quindi è del tutto comprensibile che Paul Ehrlich, il più estremo difensore del controllo delle nascite (che sostiene che gli aborti obbligatori e i contraccettivi ‘salvino il pianeta’), sia stato invitato a una conferenza del Vaticano a febbraio sul tema ‘l'estinzione biologica’. Sotto Papa Francesco, il Vaticano è diventato una calamita per gli attivisti più anti-cattolici d'Occidente, molti dei quali hanno contribuito all’enciclica del Papa sul riscaldamento globale”.

“Per tutta la sua infinita retorica sull’'autonomia' e sul 'rispetto per le differenze', Francesco è il Papa più autocratico e amante delle epurazioni che si sia visto in molti decenni”, continua Neumayr dalle colonne dello Spectator. “È la quintessenza del progressista ‘tollerante’ salito al potere grazie alla disobbedienza (come arcivescovo di Buenos Aires ha ignorato le direttive vaticane) ma che poi mantiene il potere chiedendo obbedienza assoluta agli altri. Se fosse obbedienza alla dottrina della Chiesa, nessuno potrebbe biasimarlo. Ma non lo è. Lui chiede obbedienza ai suoi capricci modernisti. Mentre elimina i conservatori della Chiesa, Francesco cancella lo spazio dei suoi avversari. Dai corridoi delle nazioni Unite alle stanze di L'Avana e Pechino, gli statalisti anticattolici possono sempre contare su di lui per minimizzare i loro sconfinamenti nei territori della Chiesa, come evidente nella sua recente scandalosa intervista in cui ha dichiarato che i cattolici cinesi possono ‘praticare la [loro] fede in Cina’. No, non possono. I fedeli all'ortodossia cattolica sono trattati brutalmente”. 

 

“Come è possibile – conclude lo Spectator – che il Papa possa considerare i comunisti cinesi in modo così benevolo mentre tratta i fedeli conservatori in maniera così severa? Gli storici del futuro troveranno sorprendente che all'inizio del 21mo secolo il Papa non abbia protetto i cattolici tanto quanto si è unito alla loro persecuzione”.