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Anche il Vaticano contro l'Unesco

Redazione

La Santa Sede prende posizione contro le risoluzioni antiebraiche

Poco più d’un mese dopo l’approvazione da parte dell’Unesco delle ultime (le ennesime) risoluzioni che negano ogni legame del popolo ebraico con i luoghi santi di Gerusalemme – vicenda segnalata dal Foglio, che per l’occasione aveva promosso una manifestazione sotto la sede italiana dell’agenzia onusiana dedita a occuparsi di cultura – anche la Santa Sede è intervenuta sulla questione. E i toni usati sono netti. La presa di posizione, come è consuetudine quando la chiesa interviene in controversie che hanno a che fare con la diplomazia, è giunta non nei giorni della polemica e dell’indignazione corale, bensì quando le acque si sono calmate. A fare testo è il comunicato congiunto tra Vaticano e Israele diffuso ieri. A emetterlo è stata la commissione bilaterale di cui fanno parte le delegazioni del Gran rabbinato d’Israele e la commissione della Santa Sede per i Rapporti religiosi con l’ebraismo, che si è riunita a Roma in questi giorni (tra i firmatari, il rabbino Ratzon Arusi, il cardinale Peter Turkson e mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico di Gerusalemme). Il testo critica “con forza il tentativo di negare la storia biblica e il legame del popolo ebraico al proprio luogo più santo, il Monte del Tempio”. Cioè la parte delle risoluzioni che più aveva indignato il governo israeliano e le varie comunità ebraiche all’estero.

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