Charlize Theron (foto LaPresse)

Una sera al "solito" Ace Hotel

Michele Masneri

In piscina sulla testa di Charlize Theron tra ragazzi asiatici e tavoli dorati

A Los Angeles, Downtown, si scende al “solito” Ace Hotel, in uno dei grattacieloni frananti del déco disperato losangelino, con tutti gli stucchi e le facciate come castelli di sabbia. Si fa fatica a entrare perché c’è una prima, e tra la folla poi si apprende essere “Atomic Blonde”, con Charlize Theron, nel teatro sottostante (sarà presente l’attrice). Però si sale direttamente al bar, andando al tredicesimo piano, l’ultimo, e sbagliando, perché la piscina è al nono. Lì, un nugolo di venti-trentenni emaciati oppure salutari, che bevevano birre Modelo e gin tonic e acqua frizzante Topo Chico, la Lurisia messicana. Alcuni hanno una t-shirt “advertise yourself” forse del party organizzato della serata. La piscina, che è in realtà un idromassaggio, è piazzata strategicamente accanto al bar, e se qualcuno ha voglia prende e si tuffa. Si vedono i frequenti aerei passare sopra le guglie del grattacielo déco messe lì solo per bellezza, sono proprio appoggiate come decorazioni su una torta col loro sostegno dietro. Nell’acqua stanno una ragazza di colore grassa con dei Ray Ban a goccia dorati che beve birra e scaccia un’ape, un nero sui vent’anni con dei boxer da bagno blu con la sua fidanzata asiatica, e poi due ragazzi sui vent’anni, uno bianco e uno asiatico, vanno sott’acqua, dicono “hey, hai visto il mio amico?”, fanno gli attori, citano delle serie non famose. Nel frattempo l’ape si è rimessa a circolare, un vecchissimo dai capelli brizzolati e magrissimo con una tuta elegantissima e delle Nike nere arriva in zona piscina con un ragazzo che gli tiene la porta, dev’essere qualche produttore fondamentale. L’asiatico si lamenta delle sue origini filippine, “c’è sempre qualcuno che ha un miglior amico filippino” dice, poi sprofonda di nuovo in acqua. Di sotto, al ristorante sulla strada, dopo la grande “prima”, ai tavolini tondi quattro poliziottoni rocciosi nelle loro uniformi nere e distintivi dorati sono a cena invitati dal manager dell’hotel, mangiano decorosamente bevendo acqua ghiacciata – sono in servizio – e poi si alzano. Il manager rimane e salda il conto, sul tavolo tondo dorato come una moneta rimangono i tazzoni neri di caffè americano.

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