Franco Turigliatto (foto LaPresse)

È tornato Turigliatto

Massimo Bordin

Gli orfani dell’assemblea del Brancaccio si sono riuniti a Roma. Episodi marginali ma non banali

I giornali di ieri, e anche quelli dei giorni scorsi a dire il vero, segnalavano come importante e forse decisiva, per la complicata situazione nella quale è andato a cacciarsi il centrosinistra, la figura di Romano Prodi, che in ogni caso preferisce definirsi uno spettatore interessato ma non disposto a essere coinvolto più di tanto. È innegabile però che Prodi riporti alla memoria vicende ormai antiche ma non superate dalla sinistra. Qui si cerca di raccontare episodi marginali ma non banali. Per esempio, qualcuno ricorda Franco Turigliatto che da senatore del Prc ebbe un suo ruolo nella caduta del governo Prodi nel 2008? È tornato anche lui, fra gli animatori dell’assemblea tenuta sabato scorso in un periferico teatro romano dagli orfani dell’assemblea del Brancaccio, assai indispettiti da Anna Falcone e Tomaso Montanari che “sono scappati portandosi via il pallone” secondo l’immagine usata nell’assemblea dove, convocati dal centro sociale napoletano “Je so’ pazz’” si sono riuniti Rifondazione Comunista, Pci (cossuttiani che hanno rispolverato la gloriosa sigla) e altre formazioni fra cui i No Muos, No Tap, No Tav, elencate nella scrupolosa cronaca di Checchino Antonini sul giornale online PopOff, dove si spiega che la lista alternativa e “veramente di sinistra” ci sarà. L’unico dubbio è se si chiamerà “Bella ciao” o “Potere al popolo”. E Turigliatto? Naturalmente c’era anche lui, ma ha tenuto a precisare che più che le elezioni ritiene importanti le lotte e più del Brancaccio gli interessa il prossimo congresso della Quarta Internazionale. Almeno su questo fronte Prodi può dunque stare tranquillo.

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