Il gioco delle coppie in campagna elettorale

Massimo Bordin

Dopo Sgarbi-Tremonti e Falcone-Montanari, ora arrivano Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia e il gioco si fa duro

Questa campagna elettorale annuncia fra i suoi temi il gioco delle coppie, che si formano, scoppiano e vengono sostituite da altre sempre più singolari. Il gioco ha visto per primi in pista Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti. Troppo seriosi i due e troppo scoperto il loro obiettivo, sono stati facilmente soppiantati da Anna Falcone e Tomaso Montanari, più nuovi e arrembanti se pur dotati di schema altrettanto logoro, le “istanze della base”, figuriamoci. Scoppiati anche loro. Ma ora arrivano Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia e il gioco si fa duro. L’ex pm dei due mondi e l’anchorman di PandoraTV, che per un equivoco è molto seguita a Verona, hanno lanciato ieri un nuovo soggetto politico con un marchio singolare, che resta impresso: “La mossa del cavallo”. Resta possibile che l’immaginifico Ingroia abbia pensato al libro di Andrea Camilleri. La fantasia dei pubblici ministeri, per quanto fertile, risulta spesso scontata. Sarebbe bello invece che la brillante idea fosse venuta al sodale Giulietto Chiesa, grazie alle sue frequentazioni moscovite. Perché, 40 anni prima di quello di Camilleri, un altro libro con lo stesso titolo è stato pubblicato in Italia. L’autore, Viktor Borisovič Šklovskij era un critico assai attento alle avanguardie letterarie del suo paese. “La mossa del cavallo” raccoglie suoi articoli e saggi e fu edito da De Donato nel 1967. Šklovskij molto si è applicato al concetto di “straniamento”, in russo ostranenie, in parole povere portare le cose e gli eventi al di fuori del contesto in cui sono realmente avvenute. In questo senso la nuova coppia non poteva trovare nome migliore.