Andrea Orlando (foto LaPresse)

Non si placano le polemiche sul 41 bis

Massimo Bordin

Il ministro Orlando chiede di rendere alcune norme emergenziali più compatibili con le norme europee

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando parlando ieri a Radio Radicale ha ribadito di ritenere necessario il cosiddetto doppio binario che caratterizza, rispetto alla legislazione ordinaria, quella antimafia ma nel contempo ha evidenziato la necessità di rendere alcune norme emergenziali più compatibili con le norme europee prodotte dalla Corte di Strasburgo. Altrimenti, ha sostenuto il ministro, rischia di saltare tutto e di questo occorre consideri chi critica i provvedimenti in materia da parte del governo, accusandoli addirittura di favorire la mafia. Orlando probabilmente pensava anche alle polemiche nate nelle ultime settimane su una circolare ministeriale sulla applicazione del regime carcerario 41 bis. La circolare, di cui qui si è ampiamente parlato, porta la data del 2 ottobre e già il giorno dopo l’onorevole Beppe Lumia, membro della commissione antimafia del gruppo Pd, aveva invitato la commissione a valutarla attentamente perché, secondo lui, alleggeriva il carcere duro a tutto vantaggio della mafia. A smentirlo il giorno dopo provvedeva non un membro del governo ma il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Nondimeno la presidente della commissione, Rosy Bindi, due settimane dopo, si doleva col direttore del dipartimento carceri di non essere stata preventivamente consultata e cinque giorni fa due deputati del M5s presentavano una interrogazione nella quale sostenevano che la circolare violava la legge, smentiti nel giro di 48 ore da un loro collega del Pd, Davide Mattielllo, e dal garante nazionale dei detenuti Mauro Palma. L'argomentazione del ministro ha un senso, la polemica sulla circolare invece no ma sembra che ai fini del dibattito politico ciò non abbia alcun rilievo.

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