LaPresse/Fabio Cimaglia

Perché non si può dare per scontato da che parte stanno i Radicali

Massimo Bordin

Costruire una lista europeista con Forza Europa è probabile ma non certo. Emma Bonino ha lasciato aperte anche altre possibilità, nel collaudato stile pannelliano 

Il congresso di Radicali italiani, tenuto come da tradizione nel ponte di Ognissanti, non si è concluso come molti giornali, ma non questo che leggete, hanno titolato ieri, con la scelta di costruire una lista europeista insieme al movimento di Benedetto Della Vedova Forza Europa, per collegarsi a quella del Partito democratico. Ascoltando l’intervento di Emma Bonino, inevitabilmente il più autorevole, con orecchio allenato al complicato schema della dialettica congressuale radicale, ci si poteva accorgere che in fondo Bonino ha lasciato aperte anche altre possibilità, secondo il collaudato stile pannelliano. Mai Pannella, ad elezioni non ancora formalmente convocate, annunciava come si sarebbe schierato. Tutte le opzioni, compresa la non presentazione, venivano lasciate in campo e il leader diceva sempre che si sarebbe deciso “a bocce ferme”, mentre naturalmente stava scuotendo il piano del biliardo, per restare nella sua metafora. Più o meno così Bonino nel suo intervento conclusivo. La scelta prospettata dagli altri giornali è dunque probabile ma non certa. E’ certo invece che una cosa Bonino non farà. Non potrà aderire alla richiesta del segretario rieletto Riccardo Magi di modificare lo statuto per consentire la partecipazione alle elezioni con il simbolo della associazione. In un precedente congresso, con Pannella ancora vivo, quell’emendamento fu presentato e Bonino si pronunciò con grande nettezza. Se lo approvate, disse, questa non sarà più la mia associazione. Difficile, se non impossibile, un suo cambio di linea.

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