Roma, incontro di MdP con Giuliano Pisapia (foto LaPresse)

La leadership molto virtuale di Pisapia

Massimo Bordin

Nella lista unica della sinistra la predominanza del gruppo di D’Alema e Bersani è numericamente incontestabile

La riunione è durata quattr’ore ma si è chiusa con soddisfazione di tutti. Giuliano Pisapia si è presentato con i fidi scudieri Bruno Tabacci e Massimiliano Smeriglio, un compassato democristiano lombardo e un movimentista romano di Garbatella, vede riconfermata la sua leadership da parte di Pierluigi Bersani, a nome presumibilmente anche del resto della delegazione di MDP, composta da Massimo D’Alema, Arturo Scotto e Roberto Speranza, il quale la sera prima in un dibattito a Padova aveva siglato un patto con Nicola Fratojanni di Sinistra Italiana e Pippo Civati di Possibile per una unica lista elettorale che al momento dovrebbe così comporsi: MDP+Sinistra Italiana+Campo progressista+Possibile. La predominanza del gruppo di D’Alema e Bersani è numericamente incontestabile e rende la leadership di Pisapia molto virtuale, anche perché, dei quattro gruppi del cartello, il suo appare il più impalpabile. Anche il percorso sul quale esercitare la leadership sembra accidentato. Si pretende una svolta nella manovra economica su lavoro, scuola e sanità. Non sarà semplicissimo. Contraddetta poi in tempo reale dagli eventi la richiesta «imprescindibile» di evitare «qualsiasi rinvio» del voto sullo Ius soli. In poche parole, lo scontro, e non l’alleanza, col pd si mostra come naturale approdo del percorso. Esattamente il contrario dell’obiettivo iniziale di Pisapia. L’ex sindaco potrà uscirne inalberando il glorioso simbolo dell’Ulivo, come scriveva ieri La Verità? Difficile. Il simbolo è proprietà di una associazione, formata da Arturo Parisi e altre quattro persone, che nel suo statuto esclude qualsiasi utilizzazione elettorale.