Faccia di mostro come Elvis, secondo Sonia Alfano

Massimo Bordin

“In verità non ho messo in dubbio la causa del decesso ma il decesso stesso” ha detto l'ex deputata europea del partito di Di Pietro

“In verità non ho messo in dubbio la causa del decesso ma il decesso stesso”, dice Sonia Alfano, figlia di un giornalista ucciso dalla mafia ed ex deputata europea del partito di Di Pietro, al giornale online L’Informazione. Dunque Giovanni Ajello, detto “faccia di mostro” forse non è morto. Come Elvis. Un paradosso, una provocazione, ma poi, perché no? “Spesso nulla è come appare, ci hanno propinato false verità, storielle che nel tempo, grazie agli atti giudiziari, sono state conosciute per quello che sono”, continua implacabile l’ex eurodeputata e fa seguire l’esempio del confronto fra Vincenzo Agostino e Giovanni Ajello. Qui se ne è già parlato e anche Sonia Alfano omette il particolare che dopo quel confronto la procura ha chiesto l’archiviazione. Se si segue la sua logica anche quel riconoscimento, visto l’atto giudiziario che ne è seguito, era una storiella. La richiesta del resto è stata firmata dall’intero pool di pm del processo “trattativa” con in testa il dottore Di Matteo, cittadino onorario di mezza Italia. Un atto giudiziario con i fiocchi che dice come su Ajello, per il delitto Agostino non ci siano prove. Però i pm definiscono Ajello “soggetto certamente in contatto qualificato con Cosa nostra, se non addirittura Intraneo”. Logico pensare, visto l’uso dell’avverbio “certamente”, che Ajello sia stato condannato se non per “intraneità” alla mafia, almeno per concorso esterno ma non è così. C’era un rinvio a giudizio ? Nemmeno. Indagini? Sì, tante, alcune aperte recentissimamente, altre da un quarto di secolo. Finora senza risultato. E’ l’unica cosa certa.

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