LaPresse/Vincenzo Livieri

Perché non è una buona idea prosciugare i nasoni

Massimo Bordin

Le fontanelle di Roma chiuse, sia pure parzialmente, sarebbero una immagine altamente simbolica dove inazione e stupidità finirebbero per coniugarsi con la cattiveria

Le fontanelle di Roma chiuse, sia pure parzialmente, sarebbero una immagine altamente simbolica dove inazione e stupidità finirebbero per coniugarsi con la cattiveria. Le fontanelle sono uno dei biglietti da visita della città, e non dei peggiori. Il relativo spreco è largamente compensato dalla assoluta allegria dell’acqua che corre sempre fresca. Se la “scienza triste” dell’economia ci ricorda che nessun pasto è gratis, a Roma sappiamo che almeno qualche bevuta può esserlo. Anche se poi andiamo al bar è bello pensare che in ogni caso l’acqua la possiamo trovare per strada. Le fontanelle sono egualitarie, anzi aiutano gli ultimi, quelli che stanno peggio e vivono per strada. Almeno possono darsi una sommaria lavata. Le fontanelle sono l’ipostasi dell’acqua bene comune, potrebbero essere il simbolo di un partito di sinistra meglio delle falci e dei martelli che quasi nessuno usa più. Un simbolo austero, analcolico e salutista, adattissimo anche a rappresentare la compagnia del comico fallito. La sindaca depensante non se ne è accorta e lascia che i soci di minoranza della partecipata comunale “razionalizzino” l’erogazione. A giovarsene sarà la rete dei camion bar con le mini bottigliette del “bene comune” a due euro l’una. Di fronte alle fontanelle chiuse resteranno gabbiani giganti ad attaccare topi di medie proporzioni per contendersi i rifiuti abbandonati in mezzo alla strada. E’ il nuovo biglietto da visita della città. Con la decrescita scompaiono gli spiriti animali del capitalismo e restano solo gli animali, padroni del campo.

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