Maria Elena Boschi (foto LaPresse)

Drammatizzare il caso Boschi non è solo dannoso: è inutile

Massimo Bordin

Comunque la si pensi parlamentarizzare la faccenda è oggettivamente difficile e forse discutibile. Giuridicizzarla è ancora peggio

Sul grande caso nato da uno stralcio dalle memorie di un più volte direttore di grandi giornali ognuno naturalmente la può pensare come crede. E’ inevitabile che ci sia chi subito ne abbia approfittato per dire sciocchezze e non occorre drammatizzare. Le mozioni di sfiducia ad personam si sono affermate a fatica per i ministri, per i sottosegretari forse la questione è ancora prematura. La mozione di censura sarà anche possibile ma rischia, se praticata con continuità, di ridurre il Parlamento a un social forum. Del resto siamo già su quella strada. Comunque la si pensi parlamentarizzare la faccenda è oggettivamente difficile e forse discutibile. Giuridicizzarla è ancora peggio. E’ inutile. Capisco la querela ma pensare che sarà poi decisiva per dirimere la questione è pura ingenuità.

 

Se esiste una netta distinzione fra verità storica e verità giudiziaria, figuriamoci la verità politica, dove quel che appare diventa comunque vero. Meglio evitare fattispecie di reato, onere della prova, eccetera. Meglio lasciare questa logica ai molti aspiranti Travaglio, anche se di segno opposto. Meglio parlare dei rischi politici che corrono i protagonisti della querelle. Ferruccio de Bortoli rischia di finire su un palco con Bersani come, più o meno, capitò a Montanelli nel ’94. Non fu un successo. Maria Elena Boschi rischia di doversi pentire amaramente di aver tanto insistito per restare al governo. Non è inevitabile ma è probabile che finisca proprio così, con insoddisfazione di tutti.

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