Manifestazione pro Le Pen (foto LaPresse)

L'ondata populista non c'è. Tranne che in Italia

Massimo Bordin

In Francia Marine Le Pen non ha vinto in nessuna città importante, a parte Tolosa. Solo da noi sembrano affermarsi forze anti parlamentari e anti democratiche. Ma già negli anni '20 facemmo eccezione

Sono sempre meglio le analisi complesse rispetto alle semplificazioni. Per esempio la famosa ondata populista, aggettivo qualificativo ambiguo ai limiti dell’imbroglio se privo di ulteriori qualificazioni, si rivela, ad ogni tornata elettorale di questi mesi, più uno stato d’animo che qualcosa di empiricamente verificato. Meglio parlare di crisi della sinistra, ma a ben vedere questo fenomeno prescinde dalla famosa ondata e non è così omogeneo. L’elezione di Trump, a vedere i risultati sul serio, non è stata dovuta a nessuna ondata, piuttosto è stata decisiva la debacle della candidata democratica ma i voti che le sono mancati non sono finiti a The Donald. Così domenica in Francia Marine Le Pen non ha vinto in nessuna città importante, a parte Tolosa. A Parigi, Lione, Strasburgo e Bordeaux, dove vince Macron, Le Pen non è nemmeno fra i primi tre. Melénchon vince a Marsiglia, Fillon a Nizza. Peggio di lei solo il povero Hamon che può vantare un successo solo nei territori d’oltremare. È vero che la maggioranza dei dipartimenti è per il Front National, ma è già successo alle ultime regionali. Al secondo turno non ne rimase nessuno. Forse la quinta Repubblica è arrivata al capolinea, ma è improbabile che la prossima meta sia Vichy. Alla fine quello che può colpire è come, pur in una situazione di grande instabilità politica in tutto il continente, la vera ondata, più che populista schiettamente anti parlamentare e anti democratica, si manifesti solo in Italia. Del resto già un’altra volta l’Italia è stata in Europa la eccezione, esportata anche con un certo successo. Negli anni Venti.