Protesta dei senatori grillini in Aula (foto LaPresse)

Caro Bersani c'è poco da inventarsi tattiche con il M5s

Massimo Bordin

Se quelli che li votano, dopo averli sentiti, sono il 30 per cento degli elettori vuol dire che le cose sono già andate troppo avanti

Grande dibattito innescato da Bersani, e questo già dovrebbe indurre alla cautela, rispetto alla tattica da adottare con il M5s in ascesa, almeno secondo i sondaggi. Tracciare un solco fra i partiti del sistema e quelli dell’antisistema è oggi un errore che fa il gioco di Grillo, questa la tesi che anche altri sostengono. C’è però un problema. Non c’è nessun bisogno di segnare una forte linea di demarcazione. C’è già. Quando l’algido senatore Morra dice “io certa gente non voglio più nemmeno vederla”, o la sanguigna senatrice Taverna urla in aula “Stare qua dentro con voi me dà ’n fastidio fisico”, c’è poco da dialogare, presupposto di ogni tattica. Se quelli che li votano, dopo averli sentiti, sono il 30 per cento degli elettori vuol dire che le cose sono già andate troppo avanti. Nei confronti del Msi, la Prima repubblica aveva inventato una sorta di cordone sanitario erigendo un “arco costituzionale”, ma il partito neofascista galleggiava intorno al 5 per cento e Almirante non si sognò mai di dire contro la democrazia rappresentativa quello che dicono Grillo, Casaleggio e compagnia. Al massimo proponeva il presidenzialismo. Oggi, per la prima volta nella sua storia, la Repubblica si trova con un Parlamento composto per un quarto da gente che sostiene che i partiti vanno fatti sparire, la stampa pure, e le persone vanno rieducate. Roba che neanche Pino Romualdi teorizzò mai apertamente. C’è poco da inventarsi tattiche, le prossime elezioni si faranno su questo tema. Per di più, essere arrivati a questo punto non è che faccia molto sperare sull’esito.

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