Luigi Di Maio ospite a "In Mezz'Ora" (foto LaPresse)

Nella nuova puntata della telenovela romana, Grillo vs i giornali

Massimo Bordin

L’ultima complicata puntata della intricatissima vicenda delle nomine al comune di Roma rischia di focalizzarsi sullo scontro fra Grillo e i giornali. Ma sono le questioni laterali, rispetto al fuoco di questa polemica, ad essere forse le più interessanti. “Su Marra aspettiamo la risposta di Pignatone che tu hai interpellato” dice a un certo punto Di Maio alla sindaca, via sms. Il senatore Maurizio Gasparri ha preannunciato ieri una interrogazione parlamentare in cui intendeva porre il problema della liceità dell'operato della procura nel momento in cui avesse fornito alla sindaca informazioni magari coperte da segreto istruttorio. Senza nemmeno bisogno di depositarla, l’interrogazione ha subito avuto risposta dal procuratore capo, che ha ricordato come, non solo al comune ma anche ad altri enti, dalla procura promanano risposte in materia e che nel caso specifico di Marra era stata adottata una formula - “nessuna iscrizione suscettibile di comunicazione” – che, senza violare il segreto investigativo, indirettamente confermava il corso di una indagine. Se non a Di Maio, almeno alla sindaca, che è anche avvocata, la risposta sarà parsa intelligibile. È un fatto che Marra ciò malgrado sia rimasto al suo posto. Lateralmente è comunque interessante interrogarsi su questo ruolo di consulenza in termini di nomine pubbliche da parte delle procure, nemmeno basato più su atti, peraltro riservati, come un avviso di garanzia ma addirittura su ipotesi investigative. Nulla di illegale ma un po’ inquietante. Infine, Marra è detenuto da quasi due mesi. Siamo sicuri che il protrarsi della carcerazione preventiva sia giustificabile?