#ManFriday, una delle campagne per il libero arbitrio nella scelta del proprio sesso

Perché la libera scelta di essere maschio o femmina ci inaridisce

Antonio Gurrado

I risvolti della protesta di alcune donne britanniche contro il progetto di legge che consente di dichiararsi uomo o donna a proprio piacimento

Le signorine inglesi che si sono presentate a torso nudo e in boxer in una piscina per soli uomini a Londra forse non hanno capito fin dove si estende la loro paradossale protesta. Manifestando contro il progetto di legge britannico che consente di dichiararsi uomo o donna a proprio piacimento in assenza di certificato medico - ossia sulla sola base del sentirsi uomo o donna a seconda dei momenti - ritenevano di star protestando soltanto contro l’evenienza che un domani qualche maschietto si alzasse con l’uzzolo di dichiararsi femminuccia, appropriandosi così della loro identità specifica allo stesso modo in cui avevano provocatoriamente fatto loro, andando in piscina conciate come uomini. In realtà sotto c’era qualcosa di più profondo, che non ha nulla a vedere col genere bensì col rapporto fra gli uomini e il mondo: il rifiuto della simbologia in favore della libera interpretazione. Comprendere i simboli significa accettare che tutto ciò che è al mondo, quindi anche il nostro corpo, sia dotato di un senso intrinseco che va al di là della sua stessa presenza e lo collega al senso di qualcosa di più alto. Incaponirsi sulla libera interpretazione significa invece pretendere che tutto ciò che è al mondo, quindi anche il nostro corpo, possa assumere un qualsiasi senso sulla sola base del nostro arbitrio. Consentire a uomini e donne di decidere se sono uomini o donne senza alcun vincolo rispetto al proprio corpo vuol dire abbandonare la simbologia per la libera interpretazione, senza considerare che il simbolo lega ed eleva, la libera interpretazione isola e inaridisce. Tutto qui.

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