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La disputa teologica sulla parola "Amen" che si consuma a Modena

Antonio Gurrado

Un fedele e un prete si scontrano su quale sia la formula corretta da pronunciare quando si prende la comunione. Il silenzio della curia 

C'è un prete a Bastiglia, provincia di Modena: da un anno don Mario si rifiuta di dare la comunione a un fedele perché, ogni volta che arriva davanti all'altare, non dice "Amen" ma "Così è". Don Mario ritiene che il succo della rivelazione stia nella dottrina e che non si possa lasciare che venga proposta una traduzione migliorativa lì dove il magistero di Sant'Agostino sancisce che la paroletta ebraica verrebbe impoverita se trasposta in qualsiasi altra lingua. C'è un fedele a Bastiglia, provincia di Modena: il signor Giancarlo da un anno si vede rifiutata la comunione perché, ogni volta che arriva davanti all'altare, non dice "Amen" ma "Così è". Il signor Giancarlo ritiene che il succo della rivelazione stia nell'esattezza e che la versione italiana, con quell'imperioso indicativo presente, sia più precisa nel denotare la fede in Cristo rispetto alla vacua ripetizione di una paroletta in lingua ignota.

Non sta a me decidere chi abbia ragione né ho gli strumenti per farlo, ma segnalo questa notizia fondamentale smarritasi nelle pagine interne della cronaca locale: finalmente una disputa teologica! Nella pigra Italia approssimativa e materialista! Mezzo secolo dopo l'ultimo Concilio! Se dovessi azzardare un pronostico, direi che in Paradiso ci saranno due posti in più perché don Mario e il signor Giancarlo appartengono entrambi al piccolo gregge di chi reputa il cattolicesimo una faccenda seria, e la fede un campo in cui è la forma a decidere la sostanza. Pare tuttavia che la curia non abbia dato specifiche indicazioni a don Mario né risposto alle lettere delucidatorie del signor Giancarlo; mi chiedo pertanto se a Modena, oltre a un prete e a un fedele, ci sia anche un vescovo.

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