La deputata laburista Chi Onwurah (foto LaPresse)

Dalle parrucche ai capelli afro. La moda pol. corr del Parlamento britannico

Antonio Gurrado

La laburista Chi Onwurah ha fatto ospitare in Parlamento il lancio del Black Beauty and Fashion Award, un riconoscimento che “premia le aziende che sviluppano e fabbricano cosmetici adatti all'utilizzo da parte di persone nere”

Questa settimana il Parlamento britannico ha dovuto affrontare una faccenda della massima urgenza. La Brexit? No. Il terrorismo islamico? Noooo. I palazzoni che non garantiscono ai poveri adeguata sicurezza? No no no no, siete proprio fuori strada. I capelli di una deputata. La laburista Chi Onwurah, eletta a Newcastle, sin dalla prima seduta aveva temuto che la propria chioma riccia e scarmigliata, retaggio evidente dell'ascendenza africana, fosse considerata un segno di mancanza di rispetto nei confronti dell'austera Camera e, pertanto, per prima cosa aveva provato a piastrarsi per apparire più professionale. Liscia però non si era piaciuta in quanto, ha spiegato, così facendo si limitava a ottemperare a un modello di bellezza tipicamente bianco, cui sottostava un'implicita denigrazione della nigrizia (sì, ha proprio detto “denigration of blackness”).

  

Per questo la Onwurah ha fatto ospitare in Parlamento il lancio dell'edizione 2017 del Black Beauty and Fashion Award, un riconoscimento che “premia le aziende che sviluppano e fabbricano cosmetici adatti all'utilizzo da parte di persone nere”. Avete capito bene: la sede di una delle più grandi democrazie del mondo ha dovuto aprirsi a un evento rivolto a chi lucra sull'identità altrui, smerciando prodotti rivolti esclusivamente a clienti selezionati in base al colore della pelle. Tutto ciò a causa di una deputata che ha scelto di fare della propria acconciatura una questione di Stato. Se non fosse egocentrismo delirante, sembrerebbe strisciante razzismo.

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