Il diavolo spiega se valga di più la salute delle bestie o quella degli uomini

Antonio Gurrado

Un gatto raccolto da un'infermiera, licenziata per averlo trasportato su un furgoncino che trasportava degli ammalati, ha messo l'etica in scacco matto

Buonasera, mi hanno chiamato Trovatello ma avrei potuto chiamarmi anche Behemot, Bafometto, Malacoda; sembro un gatto ma anziché sembianze feline avrei potuto assumerne di qualsiasi animale, poiché sono il diavolo. Avrete letto sui giornali che a causa mia un'infermiera di Giovinazzo è stata licenziata. Mi sono acquattato a tentarla in una scatola di cartone, macilento, afflitto e miagolante fino a che non mi ha preso e caricato sul furgoncino che trasportava degli ammalati.

 

L'infermiera (senza figli, poiché essendo il diavolo sto nascosto nei dettagli), ha così tanto desiderato prendersi cura di me da non pensare che avrei potuto porre a repentaglio la salute delle persone di cui aveva il compito di prendersi cura; un gatto raccattato dalla strada raramente è un esempio d'igiene. Qui sta la sublimità della mia tentazione: avere camuffato da opera buona una mancanza nei confronti del suo dovere. Col minimo sforzo ho ottenuto un risultato su vasta scala. Con due miagolii ben riusciti ho convinto l'infermiera a sostituire il proprio arbitrio al giudizio di medici e veterinari, ho messo l'etica in scacco matto facendo apparire in torto entrambe le parti, ho addirittura sobillato una petizione online firmata da persone che a cuor leggero certificano di tenere più alla salute delle bestie che a quella degli uomini, fatti a immagine e somiglianza del nemico mio.

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