Quello che i giornali non hanno capito dell'intervista al principe Harry

Antonio Gurrado

Il giovane Windsor dimostra di essere molto più maturo e pronto a diventare re di quanto nasconda la sua giovanile immagine cazzona

Prigioniero della sua giovanile immagine cazzona, il principe Harry sa che qualsiasi cosa dica o faccia verrà interpretata alla luce di essa, quale ulteriore conferma dell'inettitudine a regnare per eccesso di capriccio e d'incostanza. Eppure l'intervista fiume che ha rilasciato a Newsweek – ora che è talmente indietro nella linea di successione da non dover più far temere che la massima monarchia del globo sia retta da un sovrano che va in giro camuffato da nazista o gioca a snooker nudo e ubriaco, purtroppo – mostra un Harry cresciuto, introspettivo, consapevole. Sarà l'esperienza militare in Afganistan, sarà l'elaborazione del lutto per lady Diana, sarà la continua vicinanza della nonna più saggia che ci sia, fatto sta che Harry sarebbe un buon sovrano ora che è un uomo maturo; del resto ha 32 anni, età in cui molti non sono diventati adulti ma lui evidentemente sì.

 

 

A un certo punto dell'intervista, da consumato aristocratico, svela l'intuibile segreto che in realtà nella famiglia reale nessuno vorrebbe fare il monarca, per via delle grandi responsabilità e annesse seccature, ma aggiunge che nella famiglia reale tutti sono sempre pronti ad assumersi qualsiasi tipo di dovere a cui vengano chiamati. È un passo sobrio e profondo su un tema fondamentale di questi tempi, il fatto che è l'arbitrio a dover inchinarsi al dovere e non viceversa. Nei titoli però dei giornali che riprenderanno l'intervista passerà inosservato: scriveranno solo che nella famiglia reale nessuno ha voglia di regnare e tanto meno il principe Harry, prigioniero della sua giovanile immagine cazzona.

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