Foto Gabriel Rochavia Flickr

Se per diventare dentisti basta uno spazzolino

Antonio Gurrado

Uno spot mostra che è inutile combattere la pretesa universale di diventare detentori di una scienza a democrazia diretta, è già diventata cultura pop

Sono ingenuo quindi lavandomi i denti, per quanto coscienziosamente, pensavo di star compiendo un mero atto di cura per la mia igiene personale; è bastato che mi cadesse l'occhio su uno spot televisivo per scoprire che stavo invece compiendo un atto di resistenza epistemologica. Una nota marca pubblicizza infatti uno spazzolino elettrico il cui motto è “Diventa un esperto”: l'anonima testimonial dal sorrisone candido spiega che errava nell'utilizzare il normale spazzolino a mano, e che il suo dentista le aveva consigliato di passare alla testina roteante. In venti secondi ho visto così un esattissimo spaccato di come stia mutando l'approccio degli italiani alla scienza. Il cardine è l'autorità del dentista, il quale è esperto in virtù delle nozioni specialistiche che detiene; tali nozioni lo conducono a prediligere lo spazzolino elettrico (il quale, imbonisce la voce narrante, col movimento 3D pulsando sgretola la placca e ruotando la spazza via) nonché a raccomandarne l'utilizzo ai profani.

 

Il sillogismo è tuttavia che, se il dentista è un esperto e usa lo spazzolino elettrico, allora chi usa lo spazzolino elettrico diventa altrettanto esperto senza bisogno di nozioni specialistiche; lo stesso principio si applica alla divulgazione scientifica più distorta, che fa ritenere ai profani di saperla lunga quanto gli esperti per il solo essersi abbeverati a uno dei loro strumenti occasionali, che siano l'enciclopedia medica o due secondi di ricerca su Google. Non possedendo un televisore ho dovuto documentarmi per scoprire che lo spot va in onda da mesi; ma subito ho capito che nelle sue intenzioni non c'è perfidia, solo la presa di coscienza di un andazzo dato per scontato. Così, mentre persisto nel lavarmi i denti col mio miserello spazzolino bidimensionale a olio di gomito, mi rendo conto del guaio di ogni campagna contro la pretesa universale di diventare detentori di una scienza a democrazia diretta: inutile combatterla, è già diventata cultura pop.