Per fare scandalo oggi basta rivelare cosa c'è scritto nel Vangelo

Antonio Gurrado

L'esordio della “Passione secondo Giovanni” al Teatro Massimo di Palermo suscita clamore perché intende avviare una radicale rilettura della religione

Esordirà ad aprile al Teatro Massimo di Palermo ma fa già scandalo la “Passione secondo Giovanni” di Bach che verrà allestita da Pippo Delbono. Ora, questi scandali preventivi, telegrafati con mesi di anticipo, sono un gioco delle parti e lasciano il tempo che trovano: dalle anticipazioni trapela infatti che l'istinto anarchico del regista ribelle lo porterà a una radicale rilettura della religione in cui, pare, si schiererà dalla parte dei migranti, rivaluterà il ruolo della donna, si opporrà ai muri, rileggerà laicamente l'epoca di terrore in cui siamo piombati. Capirai: tutti temi di cui in questo periodo non si parla affatto e che coglieranno il pubblico di sorpresa; speriamo che in platea non si verifichino troppi infarti.

 

Delbono rivendica inoltre la necessità di riflettere sulla religione e decidere se schierarsi “dalla parte del fondamentalismo e della violenza o dalla parte dell'uomo e dell'amore”. Ora, considerato che nella Passione c'è scritto che Gesù amò i discepoli fino alla fine, ma che uno di loro lo tradì; considerato che fulcro e cardine del Cristianesimo è l'insegnamento di amare i nemici, mentre i crocifissori di Gesù agivano secondo logiche e istituzioni puramente umane; considerato tutto questo, se Delbono volesse veramente fare scandalo, dovrebbe limitarsi a dire al pubblico ciò che si trova scritto nel Vangelo: bisogna decidere se schierarsi dalla parte dell'uomo e della violenza oppure dalla parte del fondamentalismo e dell'amore.