Una petizione contro l'ignoranza. Dante prenda appunti

Antonio Gurrado

Una docente italiana lancia una raccolta di firme su Change.org.

Avete sottoscritto l'appello contro l'ignoranza? Nicla Vassallo, ordinaria di filosofia teoretica a Genova, s'è fatta promotrice di una petizione su Change.org in cui si accusa che “l'ignoranza declinata in diverse forme di populismo gioca e giocherà un ruolo crescente e sempre più determinante”. Rivendica pertanto che “criticare apertamente l'ignoranza è il primo passo e segnale che non si può e non si deve salire sull'aventino” – scritto con l'iniziale minuscola probabilmente per modestia, visto che “la premessa ovvia è che siamo tutti ignoranti, la conoscenza non significa onniscienza, ma avere strumenti per decodificare il mondo in cui viviamo”.

Se ho ben compreso il resto dell'appello, tali strumenti sono eminentemente tre: il “so di non sapere” di Socrate; il primo libro della “Metafisica” in cui Aristotele sostiene che “si può definire essere umano solo colui che aspiri alla conoscenza”; e il celeberrimo richiamo di Dante, “fatti non foste a viver come bruti”. Non è un'idea fantastica? A mia memoria nessuno prima d'ora aveva intuito che si potesse debellare l'ignoranza con una petizione; e sorprende, retrospettivamente, che per invitare a seguir virtute e canoscenza Dante si fosse limitato a scrivere un poema in tre cantiche anziché lanciare una raccolta di firme.

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