Giorgio Bongiovanni

L'antimafia con le stigmate di Bongiovanni, che parla con Gesù, alieni e pm

Luciano Capone
Chi è il direttore di Antimafia Duemila che, secondo Antonio Ingroia, è un po’ l’organo ufficioso della procura di Palermo. Gli appelli al Csm in sostegno del pm Nino Di Matteo sottoscritti da Marco Travaglio, Luigi Di Maio e tutti quei personaggi dello spettacolo che non vedono nulla di strano nel medium antimafia.

Roma. Difficili i tempi per i santini dell’antimafia. In principio c’era Massimo Ciancimino, figlio di Don Vito e testimone chiave delle procure di mezza Italia nei processi sulla “Trattativa stato-mafia”, portato in processione nei salotti televisivi da Marco Travaglio e Michele Santoro come una specie di Madonna pellegrina tanto da diventare, la definizione è dell’allora magistrato Antonio Ingroia, “un’icona dell’antimafia”. Poi si è scoperto che Ciancimino collezionava patacche, i fatti non quadravano, gli accusati erano innocenti e il “signor Franco” non si trovava. Non se la passa bene Pino Maniaci, direttore di Telejato ed eroe antimafia, accusato dalla procura di Palermo di estorsione nei confronti di alcuni sindaci. Anche qui, pare che i suoi due cani non siano stati impiccati per intimidazione ma per gelosia, non da un “picciotto” ma da un “cornuto”, il marito dell’amante. Probabilmente Maniaci uscirà pulito dalle accuse, anche grazie alla difesa dell’avvocato Antonio Ingroia, ma l’immagine di cavaliere senza macchia è irrimediabilmente rovinata.

 

Un’icona antimafia che gode di immutata credibilità è Giorgio Bongiovanni, direttore di Antimafia Duemila che, secondo un’altra definizione di Ingroia, è un po’ l’organo ufficioso della procura di Palermo. In realtà, più che dell’antimafia, si può dire che Bongiovanni sia un’icona sacra, perché oltre che del pool di Palermo è un “organo ufficioso” del Padreterno, della Madonna e dell’extraterrestre Setun Shenar per conto di cui invia messaggi a noi terrestri. Bongiovanni, che è stigmatizzato (non nel senso che è stato messo da parte per i suoi deliri, ma nel senso che ha le stigmate), dice di aver visto Gesù Cristo che si è presentato a casa sua, mentre era sul divano, sotto forma di “raggio laser oro-smeraldo” emanando profumo “di rosa mista a gelsomino” per mangiare un pezzo di pane. Più frequenti sono gli incontri con “Setun Shenar”, perché Bongiovanni di lavoro fa anche il “contattista scelto dagli alieni” che vogliono dirci che l’apocalisse è vicina.

 

 

Quando non comunica con gli Ufo e non mangia pane con i raggi laser, Bongiovanni parla con i magistrati palermitani impegnati nella lotta contro la mafia. L’infaticabile chiaroveggente, nonostante le stigmate, tiene conferenze sul “Quinto potere” e sui depistaggi con magistrati del calibro di Scarpinato, Ingroia, Di Matteo, ritira (sempre con le mani bendate) importanti riconoscimenti giornalistici come il premio “Paolo Borsellino” e presenta in giro per l’Italia il film sulla trattativa con Sabina Guzzanti. Inoltre Bongiovanni è autore di appelli al Csm in sostegno del pm Nino Di Matteo sottoscritti da Marco Travaglio, Luigi Di Maio, Fiorella Mannoia, la Guzzanti e tante altre personalità che non vedono nulla di strano nel medium antimafia, che anzi dice di avere il merito di aver parlato di trattativa stato-mafia prima della magistratura grazie ai suoi contatti. C’è quindi speranza che, prima o poi, finalmente una procura si decida ad aprire un’inchiesta sulla trattativa Nasa-alieni e sulla mancata perquisizione del lato oscuro della luna da parte di Neil Armstrong e Buzz Aldrin.

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali