Un altro buco nell'Atac

Redazione
Se Atac chiuderà in pareggio il bilancio 2016 è solo grazie a una delibera della giunta capitolina, passata in sordina nel mese di agosto, che ha aumentato i contributi pubblici del 27 per cento a fronte di un'offerta in piccola crescita e di un servizio ampiamente inefficiente. Insomma, un'altro buco nell'Atac che pagano i contribuenti.

Roma. Negli ultimi l'Atac, l’azienda di pubblico trasporto romana è stata al centro dell’attenzione. Tra il 2009 e il 2014 le perdite cumulate hanno sfondato 1,1 miliardi di euro e si sono susseguiti scandali continui, dall’emissione di biglietti falsi, fino alle assunzioni familistiche a scioperi bianchi selvaggi. Tuttavia non sono le perdite che dovrebbero fare preoccupare i romani della loro azienda di trasporto, quanto gli enormi contributi che l’azienda ha ricevuto nel corso degli anni: ben oltre 4 miliardi di euro tra il 2009 e il 2014. Di questa somma enorme di denaro pubblico, oltre 2,6 miliardi di euro sono arrivati dalle casse disastrate del comune di Roma. L’inefficienza di Atac è certificata dai costi per vettura chilometro molto superiori a quelli della milanese Atm, indubbiamente gestita molto meglio. In questa situazione non certo facile, ci si sarebbe aspettati un taglio delle risorse pubbliche da parte di Roma Capitale, per cercare un miglioramento dell’efficienza dell’azienda pubblica.

 

E invece, in data 6 Agosto 2015, la Giunta Capitolina con la delibera 273 ha approvato qualcosa che dovrebbe spaventare i romani: un aumento dei contributi pubblici per quasi 120 milioni di euro l’anno. Nel 2013 Roma Capitale dava ad Atac circa 441 milioni di euro per fornire il servizio pubblico. La delibera, passata in sordina tra le urla di scioperi selvaggi, permetterà nel 2016 all’azienda municipale di ricevere contributi per 559 milioni di euro. Un incremento di ben il 27 per cento delle risorse pubbliche.

 

Ci si sarebbe dovuti aspettare un incremento più che proporzionale dell’offerta da parte di Atac, vista l’inefficienza di partenza. Invece non è così, dato che le vetture chilometro aumenteranno tra il 2013 e il 2016 di solo l’8 per cento (grazie all’attivazione della linea C della metro). Non ci saranno più autobus, ma saranno sborsati più soldi ad Atac. Come è possibile? L’assurdo arriva proprio dalla giustificazione di tale aumento di contributi pubblici. L’incremento di risorse pubbliche deriva dal modello di costo standard adottato, che permette ad Atac di ricevere molti soldi in più.

 

Bisogna anche sottolineare che anche la Regione Lazio si è impegnata a dare maggiori contributi pubblici ad Atac. Al tempo stesso continua a esistere il mito della risoluzione di tutti i problemi di Atac tramite la lotta all’evasione.Indubbiamente il problema evasione esiste, anche se i dati ufficiali Atac parlano di un 3,9 per cento di “portoghesi”, ma i problemi dell’azienda pubblica derivano dal lato dei costi come deriva dal confronto con Atm. Sono gli eccessivi sprechi che hanno creato i buchi di bilancio degli ultimi anni.

 

[**Video_box_2**]Anche se l’evasione venisse giustamente del tutto eliminata, i ricavi potrebbero aumentare di 50-70 milioni di euro l’anno. Rispetto ai 700 milioni di euro di contributi pubblici annui che riceve l’azienda, sono una goccia nell’acqua. E per ridurre i costi è necessario introdurre una gestione più efficiente dell’azienda e al tempo stesso slegarla dagli enormi interessi politici che tutte le municipalizzate attraggono.

 

Lo scandalo più grande della delibera agostana, deriva dal fatto che Roma Capitale, proprietaria di Atac, ha deciso di confermare l’affidamento in house del servizio fino al 3 Dicembre del 2019. Da una parte, dunque, il comune assegna il servizio con una mano, mentre l’altra mano di Roma Capitale gestisce il servizio di Atac. L’incremento di risorse pubbliche, permetterà ad Atac probabilmente di chiudere il bilancio del 2016 in pareggio, ma solo grazie ai soldi dati dai contribuenti. Quindi nel maggio del 2017, quando verrà approvato il bilancio 2016, i contribuenti italiani non esulteranno per dei bilanci finalmente non in rosso.
Anzi, il buco nell’Atac sarà sempre più profondo a causa dell’incapacità di introdurre un minimo di concorrenza in un settore con troppi interessi politici.

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