Un'udienza del processo ai danni di Davide Vannoni, il fondatore del metodo "stamina" (foto LaPresse)

Per la Cassazione stamina è un medicinale "imperfetto" e "pericoloso"

Redazione
Diffuse le motivazioni della sentenza dello scorso 21 aprile che aveva dichiarato inammissibile il ricorso del patron di Stamina, Davide Vannoni. L'efficacia della cura non è supportata da prove scientifiche.

Il trattamento stamina costituisce "medicinale tecnicamente imperfetto e somministrato in modo potenzialmente pericoloso per la salute pubblica". Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni con le quali spiega il perché, lo scorso 21 aprile, ha dichiarato inammissibile il ricorso del patron di Stamina, Davide Vannoni, confermando in questo modo che le cellule staminali agli Spedali Civili di Brescia non possono essere dissequestrate. Respinti anche i tredici ricorsi di altrettanti familiari di malati.

 

In particolare, per la Sesta sezione penale "risulta abbondantemente dagli accertamenti in fatto e dall'acquisizione dei numerosi pareri tecnici sia dei consulenti del pm sia di personalità scientifiche - pareri per nulla inficiati dalle affermazioni di efficacia - che il cosiddetto trattamento Stamina costituisca un medicinale tecnicamente imperfetto e somministrato in modo potenzialmente pericoloso per la salute pubblica, situazioni di per sè integranti la ricorrenza dei reati di pericolo presunto".

 

"L'unico protocollo presentato da Stamina Foundation non è supportato da dati scientifici;è privo di riferimenti a procedure scientifiche validate o a pubblicazioni scientifiche e in esso le metodiche non sono dettagliate" scrive ancora la Cassazione convalidando il sequestro del pm Raffaele Guariniello del materiale per le infusioni. "In tutta la documentazione prodotta da Vannoni la preparazione e la caratterizzazione delle proprietà delle cellule staminali" non è "definita nè documentata adeguatamente".

 

[**Video_box_2**]In circa il 25 per cento dei pazienti che si sono sottoposti al 'metodo' Stamina, e di cui è stato possibile consultare le cartelle cliniche e le schede di monitoraggio, si sono presentati "eventi avversi, nel 14 per cento dei casi anche gravi" sottolinea la Cassazione nelle motivazioni che mettono al bando le infusioni del 'guru' Davide Vannoni. "D'altronde, è stato riscontrato che numerosi pazienti - prosegue l'alta Corte - hanno denunciato l'assenza di effetti benefici e, in taluni casi, il peggioramento delle condizioni di salute".

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