Lou Reed, ricordo di un anti poeta

Edoardo Camurri

Lou Reed se n’è andato e vi prego non trasformatelo in un altro Fabrizio De Andrè postumo. Lou Reed non era un poeta. Lou Reed era tutto ciò che un uomo sano di mente può desiderare di essere: era una rock star. L’idea che una canzone per essere bella debba essere anche una poesia è una bestialità buona per portinaie che hanno letto Racine. Il pregiudizio secondo il quale la cultura, agendo come una pomata normalizzatrice, lenisca ciò su cui si applica appartiene a chi non ha cultura.

Pistolini Lou Reed, un dio ironico

    Di seguito riportiamo l'intervento di Edoardo Camurri su Lou Reed apparso sul suo profilo Facebook

    Lou Reed se n’è andato e vi prego non trasformatelo in un altro Fabrizio De Andrè postumo. Lou Reed non era un poeta. Lou Reed era tutto ciò che un uomo sano di mente può desiderare di essere: era una rock star. L’idea che una canzone per essere bella debba essere anche una poesia è una bestialità buona per portinaie che hanno letto Racine. Il pregiudizio secondo il quale la cultura, agendo come una pomata normalizzatrice, lenisca ciò su cui si applica appartiene a chi non ha cultura. Ed è proprio a causa di queste idiozie che in  queste ore assisteremo invece alla processione dei riferimenti colti su Lou Reed, dell’eterno aneddoto dell’incontro con Fernanda Pivano, di quanto Lou Reed avesse compreso a fondo Edgar Allan Poe (come se la Pivano e Poe si equivalessero), delle collaborazioni con Robert Wilson, del suo debito nei confronti di Delmore Schwarzt, maestro del racconto americano insieme a Carver e Cheever, di cui Lou Reed fu devoto allievo negli anni universitari, eccetera.

    Trasformeranno Lou Reed in un assistente sociale da vernissage e il rock’n’roll nel solito fenomeno di costume su cui val bene una sociologia. Quando nel 1979 Lou Reed incontra William Burroughs le sue curiosità sono invece, per esempio, tra le altre: 1) come mai Kerouac era diventato “un grasso e stupido coglione seduto di fronte alla TV in maglietta a bere birra con sua madre”; 2) se Burroughs fosse mai stato a letto con un suo editore visto che aveva pubblicato così tanto e, 3) come ci si può drogare con una spilla di sicurezza. Il Lou Reed colto e poetico è quello di Metal Machine Music, chitarre distorte e non una parola, solo rumore. Era il 1975 e questo disco poteva rovinargli la carriera. Novanta minuti di fango primordiale; perché, come ormai ripetono anche le portinaie che hanno letto Racine, su ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere.

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