Perché Roberto Formigoni è indagato a Milano

Piero Vietti

Il governatore: "Ho letto le carte, non ho nulla da temere"

“Ho letto le carte e mi sono detto: tutto qua? Con questi atti non ho nulla da temere”, sono queste le prime dichiarazioni del Presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, sull’accusa di corruzione che lo vede imputato nell’inchiesta sulla sanità lombarda. “Avevo letto già tutto negli articoli di giornali. Nulla di nuovo: i soliti episodi da me già definiti falsi e gravemente deformati", ha poi proseguito il Governatore che, rivolgendosi ai giornalisti presenti in sala, ha sottolineato come “voi sapevate tutto da prima di me, eravate stati avvisati ieri di quello che sarebbe successo nel primo pomeriggio di oggi, quando la procura della repubblica di Milano mi ha indagato per i reati di corruzione nel procedimento penale relativo alla Fondazione Maugeri". “Nelle carte – ha proseguito Formigoni – non c’è nessun atto corruttivo: non è reato eventualmente essere stato ospite a una cena insieme ad altre 50 persone, o per qualche weekend” e comunque, ha poi concluso, “parlerò con i magistrati di cose che a me interessano e chiarirò la mia posizione, ma senza passare per il vostro visto che non è sempre fedele e ha preso ormai una deriva gossippara". "Alcuni di voi hanno fatto da gazzettieri della Procura" ha concluso.

Dopo mesi di indiscrezioni, è arrivata l'ufficialità attraverso una nota del procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati: il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, è indagato per corruzione con l'aggravante della transnazionalità nell'ambito dell'inchiesta sui presunti fondi neri creati attraverso la Fondazione Maugeri. Cade invece l'accusa, inizialmente contestata, di finanziamento illecito per mezzo milione di euro ricevuto per le elezioni regionali del 2010. Al Presidente lombardo è stato anche notificato un invito a comparire nei prossimi giorni davanti ai pm milanesi. Stando alla ricostruzione dei pm milanesi, Formigoni avrebbe ricevuto dall'uomo d'affari Pierangelo Daccò circa nove milioni di euro di "utilità", tra cui viaggi, passaggi in barca e uno sconto per l'acquisto di una villa in Sardegna da parte di un suo amico. In cambio, è l'ipotesi dell'accusa, avrebbe garantito una 'corsia preferenziale' a Dacco', consulente della Maugeri, in Regione. Il reato di corruzione con l'aggravante della transnazionalità - giustificata col passaggio del presunto denaro 'nero' in Svizzera - è contestato a Formigoni in concorso con lo stesso Daccò, con Umberto Maugeri, Costantino Passerino e l'ex assessore regionale alla Sanità Antonio Simone.

Una regione Lombardia travagliata da arresti, accuse, indagini, pressioni e tanta carcerazione preventiva (come ha raccontato sul Foglio di sabato Emanuele Boffi), ma virtuosa, almeno stando all’ultima relazione della Corte dei conti, pubblicizzata appena ieri su diversi giornali italiani proprio dalla regione Lombardia, con un titolo ironico che riletto oggi assume un sapore amaro: : “La regione davanti alla Corte? Chi lo voleva è servito”. La pagina pubblicitaria era firmata dai gruppi consiliari di Pdl e Lega e riportava i giudizi della Corte sulla gestione di bilancio da parte della regione nel 2011. Si scopre così che la Corte che “promuove a pieni voti la massima istituzione lombarda in tutti gli aspetti, anche quelli più sensibili per i cittadini e per l’opinione pubblica in generale”.

Conti in ordine, attenzione al patto di stabilità, contenimento del debito per quanto riguarda la gestione finanziaria. Bilanci a posto, risorse ben distribuite e costante monitoraggio della spesa, qualità delle prestazioni erogate, sostenibilità del sistema e tempi di pagamento buoni per quel che riguarda la sanità (quella al centro degli attacchi alla presidenza della regione). Lotta all’evasione tributaria che ha permesso all’amministrazione di recuperare risorse impiegate per finanziare investimenti sul territorio. Così la Corte nella sua relazione. La Corte dei Conti ha analizzato i numeri e dato giudizio “complessivamente positivo” su lotta all’evasione e gestione finanziaria, e “sostanzialmente positivo” sul sistema sanitario della più grande regione italiana. “Chi giudica se un’amministrazione è virtuosa o non virtuosa? La Corte dei Conti”, gongolava ieri su Twitter il governatore. Oggi poi l’ufficilità dell’avviso di garanzia recapitatogli dalla procura di Milano.

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  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.