Da martire del clima a faccendiere, ora Hansen rischia l'epurazione

Lo scienziato della Nasa James Hansen è un martire del clima. Nel romanzo di formazione dell'ineffabile climatologo i capitoli più consistenti non sono dedicati alle scoperte scientifiche o alle pubblicazioni accademiche, ma alle vessazioni politiche, alle manovre ordite da un sordo coacervo di potere per silenziare le sue verità sui danni che l'uomo sta producendo al pianeta (e quindi a se stesso, ma nel podio della climatologia la specie umana merita al massimo la medaglia d'argento).

    Lo scienziato della Nasa James Hansen è un martire del clima. Nel romanzo di formazione dell'ineffabile climatologo i capitoli più consistenti non sono dedicati alle scoperte scientifiche o alle pubblicazioni accademiche, ma alle vessazioni politiche, alle manovre ordite da un sordo coacervo di potere per silenziare le sue verità sui danni che l'uomo sta producendo al pianeta (e quindi a se stesso, ma nel podio della climatologia la specie umana merita al massimo la medaglia d'argento). Secondo il metodo applicato su larga scala da Al Gore, Hansen ha iniziato a sguazzare in quella zona grigia dove gli studi accademici sui cambiamenti del clima confinano con le leggi sulle emissioni di CO2, il catastrofismo escatologico va a passeggio con le critiche alla lobby petrolifera e gli apoftegmi di alta metafisica climatica conducono direttamente all'azione sovversiva; una sfera, insomma, in cui gli appelli per la salvezza del mondo sono avviluppati ai dettati dell'attivismo.

    Per il suo impegno totalizzante per la salvezza del pianeta la chiesa del cambiamento climatico lo ha proclamato beato e per lo stesso motivo la controchiesa della demistificazione lo ha declassato a faccendiere. Martedì l'American Tradition Institute, pensatoio conservatore che si occupa di ambiente e clima, ha denunciato Hansen per aver ricevuto, apparentemente all'insaputa della Nasa, 1,2 milioni di dollari in premi e benefit da associazioni che denunciano le devastanti colpe umane per i cambiamenti climatici.

    Hansen è il direttore del Goddard Institute for Space Studies, prestigioso centro di ricerca all'interno dell'agenzia spaziale dello stato. Per quella posizione guadagna 180 mila dollari (soldi dei contribuenti) e l'agenzia è tenuta ad autorizzare qualsiasi altra forma d'incasso dei suoi dipendenti. I promotori della querela sono convinti che questa autorizzazione non sia mai stata concessa e così il bonus di 500 mila dollari della Dan David Foundation per il “profondo contributo all'umanità”, il premio Blue Planet da 550 mila dollari, il Sophie Prize (istituito da Jostein Gaarder) da 100 mila dollari, i 720 mila dollari versati per consulenze dal George Soros Open Society Institute, i circa 50 mila dollari in gettoni per conferenze e convegni e i 15 mila dollari accettati dalla Clinton Foundation sarebbero stati intascati illegalmente. Peccati veniali per un qualunque uomo di mondo, atroci delitti per chi ha fatto dell'estraneità alle lobby una patente di rispettabilità.

    Per anni lo scienziato ha denunciato a piena voce le censure e i controlli in stile Stasi a cui è stato sottoposto: diceva che gli amministratori della Nasa cercavano di modificare i testi dei suoi discorsi pubblici per nascondere le parti più esplosive, che la Casa Bianca di George W. Bush drogava i comunicati stampa sul clima per sgonfiare gli aspetti più minacciosi delle analisi e in un'intervista ha spiegato che non poteva parlare liberamente senza avere reazioni dure da parte degli ufficiali dell'Amministrazione. In un articolo pubblicato sulla rivista del Worldwatch Institute ha scritto che gli amministratori delle grandi compagnie petrolifere dovrebbero essere incriminati per “alti crimini contro l'umanità e la natura”, perché avrebbero nascosto di proposito il legame fra l'impiego di idrocarburi e il riscaldamento globale. Non ha mai nascosto il suo orrore per gli scienziati pagati per spacciare dati ambigui o falsi, ha scritto appelli a Barack Obama – che sul clima era partito bene, salvo poi perdersi lungo la via suscitando la solenne incazzatura dello stesso Al Gore – è stato arrestato un paio di volte per manifestazioni non autorizzate e ha agitato con tanta foga il vessillo della purezza che ora rischia di essere epurato.