Luigi Di Maio (foto LaPresse)

I fusi orari di Di Maio

Andrea Marcenaro

Evitate di canzonare il povero candidato premier del M5s a ogni pie’ sospinto e accogliere invece i primi accenni, quantunque confusamente espressi, di consapevolezza

Bisognerebbe evitare di eccitare la rissa o di canzonare il povero Luigi Di Maio a ogni pie’ sospinto. E accogliere invece volentieri quelli che possono suonare come primi accenni, quantunque confusamente espressi, di consapevolezza. Quando, come ieri, Di Maio scrive: “Ciao! Qui a Washington è l’una meno dieci, mentre da voi so che sono circa le sette di sera”, non necessariamente occorre intignare che gli sarebbe uscita l’ennesima, stucchevole banalità. Meglio credere invece che intendesse concedere, con l’ingenuità propria di chi milita in un movimento assai impulsivo, di essere cosciente come due fossero, in quel momento, i fusi a Washington, uno solo dei quali orario.

 

Di più su questi argomenti:
  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.