LaPresse Torino/Archivio storico

Quanto è rosa il film su Gianni Agnelli

Andrea Marcenaro

Dice che al Festival del cinema di Venezia presenteranno un film sull'Avvocato. L’amico dei Kennedy. Dei Kissinger. Un Giallo? Macché

Dice che al Festival del cinema di Venezia presenteranno un film su Gianni Agnelli. Il compianto avvocato, sì, Sua Maestà l’Imprenditore. Mica quella merdaccia di Marchionne che guadagna, com’è che dicono?, cinquecento, cinquemila, cinquantamila volte un dipendente. E quello, cinque milioni di volte senza manco risanare un cazzo. Spacciandoci quel cesso di Ritmo in regime di monopolio. Un film sull’Avvocato. L’amico dei Kennedy. Dei Kissinger. Quello che durante Tangentopoli era l’unico a poter non sapere. Anzi, a dover. No, dottor Davigo? Che mandava avanti i suoi manager: scusate, eh, ma sto mettendomi l’orologio sopra il polsino. Elegante, molto elegante. Un evasore, questo non si può negare. Nascondeva un bel malloppo all’estero. Fortuna che una figliola, perciò segata, se ne accorse al triste momento della spartizione. Ora a Venezia gli fanno film. Giallo? Macché, rosa pompino. Che chissenefrega, intendiamoci. Dio quanto mi piace fare il Travaglio, però, mentre il Gad già s’affanna sullo smoking.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.