LaPresse/Nicola Vaglia

La gelosia di Joe

Urbano Cairo cambia la foto del profilo, c’è Gramellini! Joe diventa pazzo di gelosia

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? Urbano Cairo, editore del Corriere della Sera, mette sul proprio profilo WhatsApp una sua foto con Massimo Gramellini, firma di prima pagina del Corriere della Sera, e Joe Servegnini – il direttore di Sette, l’allegato – sprofonda nella più cupa delle disperazioni.

   

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? Arriva la stagione dei caldi e Joe teme di ritrovarsi squagliato peggio di un ghiacciolo sotto il solleone. Servegnini si produce in un proclama tutto eroico – “usciremo ogni settimana: senza fermarci, senza saltare un numero, senza ridurre servi e rubriche. Siamo una redazione eroica. Vero, Irene?” – scrive, insomma, apposta per arrivare primo al traguardo del cuore di Urbano e quello, invece, niente. Si fa la foto con Gramellini.

    

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? Servegnini impazzisce di gelosia e s’apposta in ogni dove per incontrare l’editore e farsi una foto con lui. Lo segue fin dentro gli spogliatoi del Torino, nei camerini de La7, tra i parrucchini di Sandro Mayer e figurarsi se non interroga i tassiste in fila presso l’amministrazione Cairo Editore per riscuotere il valsente dei buoni-taxi della tratta Milano-Crema.

   

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? Servegnini, colto da malia, alza il suo canto struggente: “Io cerco Urbanino, lo cerco e non lo trovo, chissà dove sarà?”. Joe non si dà certo per vinto, punta come un falco il display del proprio smartphone per controllare Cairo e per tutte le volte che lo trova online gli invia il menu in lavorazione di Sette, il settimanale del Corriere, allega i servizi già chiusi e in ogni pagina scrive lo stesso messaggio: “Sono proprio bravo. Vero, Urbano?”.

    

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? Si scioglie al sole il sogno di Servegnini. Mai che una volta Cairo risponda a Joe, anzi. L’editore scherma il proprio smartphone e non consente agli altri di poter verificare con una notifica l’avvenuta lettura. Che sia una la graffetta, che siano due, Joe non sa se Urbano suo legge le sue suppliche.

   

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? Cairo se ne va nelle spiagge e lascia Joe laggiù in città. Non risponde ai messaggini e lo fa proprio per Servegnini che – rimbalzato, esasperato – sotto l’amato profilo dell’editore deve perfino sopportare di vedere quella didascalia di attività mai destinata a lui: “Sta scrivendo…”.

   

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? A chi scrive Urbano Cairo se non scrive al prode Joe? Ecco il rovello, ecco l’atroce dubbio. Tutto il tempo con Gramellini non è da credere. Magari sta scrivendo a Sandro Mayer ma un dilemma ancora più atroce si disegna nella scucchia perplessa (vero, Irene?) di Servegnini: “E se sta scrivendo ad Antonio Polito o, peggio…?”.

   

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? Peggio, Servegnini pensa al peggio e già vede la scena di Urbano Cairo che si scrive via WhatsApp con Aldo Cazzullo. Già immagina gli scambi di idee, i saluti, l’agenda degli appuntamenti che si fa fitta con “vedere Aldo, parlarne con Aldo, informarsi con Aldo, gelato con Aldo, fiori per Aldo, buoni taxi per Aldo…”. Una febbrile malia cattura Joe quando infine la foto con Gramellini assume ai suoi occhi un altro significato: “E’ l’uomo dello schermo!”.

   

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? Joe impazzisce senza rimedio. Implora Cairo di farsi fotografare anche con lui nella versione che preferisce: con o senza impermeabile, con o senza frangia da suora laica, con scucchia normale, maxi o gigante. Cairo pur di non farsi fotografare con Joe fugge a Puerto Escondido ma Servegnini lo raggiunge e gli fa una serenata gitana con rosa rossa tra le labbra.

   

E la chiamano estate (questa estate, senza Joe). Vero, Irene? “Affacciati alla finestra Urbano miooo!”. La serenata di Joe è interrotta dalle raffiche di kalashnikov dei Narcos: “Una volta era un posto così tranquillo…”. Servegnini, comunque, non si arrende. Vero, Irene?

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